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mercoledì 1 ottobre 2008

TESTAMENTO BIOLOGICO monito della Cei

Testamento biologico, monito della Cei: 
sì a legge su "fine vita", no all' autodeterminazione

Giuseppe Betori (foto Roberto Monaldo - LaPresse)

ROMA (30 settembre) - «Preferisco non parlare di testamento biologico ma di legge sul "fine vita"». È quanto ha affermato il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, illustrando i lavori del Consiglio episcopale permanente che si è tenuto nei giorni scorsi. Betori ha sottolineato come la Cei ritenga che una legge sulla «fine vita» non debba accettare, però, il «principio di autodeterminazione» del paziente, né l'«accanimento terapeutico o abbandono terapeutico». 
Contro principio autodeterminazione. I vescovi - ha detto Betori - sono favorevoli a dichiarazioni «certe e documentate, ma questa volontà del paziente non deve diventare una decisione». Citando la vicenda di Eluana Englaro, dopo i pronunciamenti giurisprudenziali che stanno aprendo la strada all' interruzione legalizzata delle vite, Betori ha precisato 
che «siamo per la salvaguardia del principio del "favor vitae", e non della disponibilità della persona a mettere fine alla propria vita, non siamo per il principio di autodeterminazione, ma per una legislazione che metta in chiaro che non ci devono essere né accanimento terapeutico, né abbandono terapeutico. Ci deve essere attenzione alla volontà della persona, ma la decisione non deve spettare alla persona».

 

Questo è quanto si legge sul Messaggero di oggi.

Mi domando se la chiesa si può permettere di parlare così pubblicamente e di violare la libertà dell' individuo.

Forse bisognerà morire da soli magari suicidandosi.

Questa è una vera e propria istigazione.

Negli animali che soffrono per loro stendiamo un velo di pietà, orbene io voglio essere almeno come un cane, nulla di più e nulla di meno.

Senza che padroni spirituali interferiscano nelle mie decisioni personali.

Viva la faccia della libertà, ma tu chiesa di certo a me non mi fari schiavo.

Tu chiesa che hai permesso funerali di stato a dittatori sanguinari che si erano macchiati dei più grandi crimini verso l' umanità non permettendo di entrare in chiesa alla salma del grande eroe Welby,

Tu ti permetti di farmi la morale?

Mi vanto di essere scomunicato.

Specie quando penso alle ciabatte, o al collo di ermellino del papà, che poi predica di aiutare il prossimo, di ricordarci della gente che soffre.

Cominciasse lui e tutta la schiera dei suoi dipendenti.

Viva la libertà.

 

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