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lunedì 27 ottobre 2008

AL Piccolo Tomas di Rovereto (Tn)

A Tomas
Mi trovo a Rovereto , siamo nell’anno 1985, per passare la mia prima visita di invalidità. Sono seduto su una panca in attesa del mio turno quando entra una signora con viso dolcissimo sembra una Madonna, in braccio ha qualcosa che da principio stento a capire di cosa si tratta, solo dopo che si è seduta mi accorgo che è un bambino. Si un bambino simile ad un pezzo di stoffa quasi informe, osservo meglio e mi accorgo che trattasi di un bambino ipotonico.
Avevo sentito parlare e avevo visto alcune foto di questi bambini da un mio amico psichiatra che li studiava e aveva avuto anche una buona percentuale di successi si tratta del Prof Cocchi Renato primario all’Ospedale psichiatrico di Pesaro.
La prima volta che me ne fece vedere uno rimasi stranito per tutto il giorno, si tratta di bambini privi di muscolatura, che non reagiscono agli stimoli, infatti gli conficco un ago in un piedino e questo neanche ha pianto o cercato di ritirare l’arto, non stanno ne seduti e tanto meno in piedi sono stracci come li metti stanno, poveri piccolini, quella visione fece si che mi adirai con Dio e uscendo non riuscii a trattenere i miei conati di vomito.
Alla vista di quella mamma ho rivissuto come in flash tutta la mia esperienza, che pena nel vederla stringersi al petto il suo bambino come se fosse stata la cosa più bella che il Signore le avesse donato.
Aspettavamo e in me viene il pensiero: la avvicino e le dico che conosco uno specialista che studia questi casi? Ma se poi alimento solo una falsa illusione se lei non vuole provare, che faccio?
Dopo che questi pensieri mi girano nella testa decido, mi faccio coraggio la devo affrontare è più forte di me.
Mi avvicino tutto tremante le chiedo scusa e dico: Sa Signora io non vorrei far nascere in lei delle speranze che poi magari domani risultano vane. Pero sento il dovere di dirle che io conosco una persona che studia i casi uguali al suo bambino.
Lei risponde : tutti gli aiuti che ben vengano per il mio piccolo Tomas.
Non appena pronuncio il nome del mio amico vedo i suoi occhi illuminarsi di una strana luce e dice: Sono anni che cerco di contattarlo ma non ci sono mai riuscita, ma questo è un miracolo.
Risposi : mi dia il suo numero telefonico io oggi contatto il mio amico e vedrò cosa posso fare per lei.
La mia visita portò dei buoni risultati e con il cuore gonfio per questi ultimi e per poter aiutare quella signora torno a casa prendo il telefono e contatto il mio amico gli illustro il caso, lui accetta di prendersi cura del bimbo e mi dice di dire alla signora di chiamarlo ad un determinato numero a mio nome, lo prego e lo vincolo ad una promessa solenne, cioè che non avrebbe mai rivelato il mio nome ne tanto meno il mio domicilio.
Contatto la Signora le do il numero la saluto e le dico con tutto il cuore: Che Dio vi assista.
Sono passati due anni da quell’incontro quando sento squillare il telefono è il mio amico e mi dice Giovanni da oggi tu hai un angelo che ti starà sempre vicino, mi preoccupo e chiedo: è morto Tomas?
Lui dice no è vivo però ora cammina ho dovuto faticare con sua madre per non rivelare la tua identità però mi ha risposto che tanto lei ti ricorderà e ringrazierà per sempre per il tuo nobile gesto, ma non solo è certa che il buon Dio saprà ripagarti mille volte di più.
Credetemi quando mi trovo in grave difficoltà chiedo nelle mie preghiere aiuto a Tomas e sembra una favola ma le cose mi si appianano.
Tomas vivi tutta la tua vita con gioia e prega per me misero uomo.

 

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