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sabato 18 ottobre 2008

La scuola Pitagorica

La scuola Pitagorica

nella Tradizione Massonica

Tutte le dottrine e le culture in cui è prevalente la componente esoterica riservano un' attenzione tutta particolare al numeriamo e, più in generale, alla meditazione su numeri e/o su principi aritmetico-geometrici. Ciò, in quanto il numero, in sé, non esprimerebbe nulla in concreto, non nasconderebbe alcuna realtà esteriore oltre se stesso, e sarebbe, quindi, strumento speculativo da privilegiare in quanto perfettamente coerente e compatibile con l' ambito simbolico, proprio della scienza esoterica.

Pertanto, è del tutto naturale che la Massoneria -Arte simbolica della costruzione del Tempio di Salomone - faccia riferimento anche ai principi matematici che sottendono ad ogni scienza esatta e che, autonomamente sviluppati dall' adepto nell' alveo della sua spiritualità e della sua sensibilità, identificano lo "spazio esoterico" in cui egli viene a collocarsi. E' quanto mai opportuno - per meglio penetrare l' argomento "numerologico" - fare riferimento alla Scuola pitagorica che, per poco che di essa si sappia da fonti dirette, ha certamente trasmesso alla Libera Muratoria buona parte del suo contenuto matematico-esoterico.

Secondo Pitagora, il numero è principio assoluto anteriore al mondo creato, non idea astratta, ma rappresentazione intrinseca dell'Assoluto, talché la scienza dei numeri diviene - in Pitagora - teogonia che, disvelandosi gradualmente, favorisce l'approccio all'Essere Supremo, fonte dell'Armonia cosmica.

1 - La monade, l'Uno, rappresenta Dio nella sua purezza assoluta, in quanto principio di tutto, essa non è un numero.

2 - La diade, il Due, primo vero numero, è principio generatore che esteriorizza Dio nello spazio e nel tempo, ed è origine delle antinomie. Se la monade, rappresentando Dio, è perfezione in sé, la diade rappresenta invece l'imperfezione, quello stato che si realizza nel distacco dalla monade, dall'Uno. Di più, aggiungerei che la monade rappresenta lo stadio "edenico", quello stadio di armonia e di beatitudine venuto meno per un fatto "mitico" ma nello stesso tempo sostanziale e che il massone - nella sua continua, affannosa, forse un po' utopica ma certamente non vana, ricerca della "parola perduta" - tende disperatamente a ripristinare.

3 - E' tuttavia nel numero Tre - legge ternaria la legge costitutiva delle cose: il ternario, primo dei numeri dispari, rappresenta la sintesi di monade e diade e si esprime, geometricamente, nel triangolo -origine di tutte le figure piane e prima figura regolare e perfetta possibile. La Massoneria ha molto caro il simbolo del triangolo - delta sacro -, nel quale viene racchiuso l'occhio, a simboleggiare l'intervento divino nel processo di creazione e di evoluzione del cosmo. I tre lati del triangolo rappresentano i tre regni della natura - minerale, vegetale, animale -, a cui associamo i tre gradi dell'Ordine massonico: Apprendista, Compagno d'Arte, Maestro. Il Tre è numero che ricorre frequentemente anche nella tradizione religiosa: il Dio cristiano è uno e trino, e si identifica nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. La teologia indiana contempla la Trimurti: Brama, Siva, Visnù. Ancora, nella dottrina manichea assume particolare significato la Trinità gnostica - un Dio e due opposti principi: bene e male -.

4 - Il Quaternario simboleggia invece l'uomo, creatura imperfetta ma che porta in sé la scintilla del divino: infatti il Quaternario nasce dall'unione della monade - Dio - col ternario - sintesi creativa -. I primi quattro numeri sono unitariamente rappresentati dalla Tetraktys, particolarmente sacra ai pitagorici in quanto riassume gli insegnamenti relativi al Creatore ed al Creato e costituita da 10 monadi (1 + 2 + 3 + 4 = 10), formanti una decade, base del sistema decimale pitagorico.

5 - Il numero Cinque, particolarmente interessante e ricco di significati, è l'unione della diade con il ternario; rappresenta lo stato d'imperfezione ma anche, significativamente e - ritengo - non a caso, il matrimonio: infatti la diade, simbolo antinomico per definizione - che qui simboleggia il principio maschile ed il femminile, l'uomo e la donna -, si unisce al ternario, numero sacro che racchiude in sé il mistero della creazione - e quindi, anche della procreazione, fine ultimo del matrimonio -.

6 - Il numero Sei indica la perfezione, in quanto primo multiplo del perfetto Tre. t numero che esprime potenza, per la sua peculiare capacità di autoimplementarsi: infatti, se capovolto, il Sei diviene Nove, successivo multiplo del Tre e triplo di questi.

7 - Il numero Sette, l'ebdomade o "numerus virginalis", non è generato e non genera: non è generato, in quanto numero primo, non divisibile per numeri interi diversi da Uno - che, ripetiamo, non è numero per i pitagorici -; non genera perché, moltiplicato per il primo numero - Due - dà 14, che è numero oltre la decade: una decade + 4.

8 - Il numero Otto, doppio del significato Quattro e cubo del primo vero numero - Due -, è dotato di splendida forza propulsiva, proprio perché primo numero che si esprime come potenza di potenza (23 = 8). L'Otto non genera, in quanto moltiplicato per Due dà 16 - una decade + 6 -, ma è generato, perché composto da quattro Diadi. A conferma delle sue caratteristiche dinamiche e propulsive, il numero Otto coricato su se stesso simboleggia l'infinito.

9 - Il numero Nove è potenza del già perfetto Tre e triplo dello stesso. 1 pitagorici lo consideravano simbolo di giustizia e completezza. La proprietà del Nove di ricostituirsi - se moltiplicato per un qualunque numero intero, fa di esso il simbolo della materia che, nelle sue innumerevoli trasformazioni non si distrugge mai, rimanendo sostanzialmente sempre se stessa. Ancora, il Nove simboleggia la circonferenza, la cui ampiezza - 360° - riporta comunque a questo numero (3 + 6 + 0 = 9).

10 - Infine, il numero Dieci, in sé perfetto ed armonico, in quanto espressione aritmetica della Tetraktys, è numero sacro, che simboleggia la sublimazione ed il compimento di tutte le cose. E' anche espressione della centralità del principio divino, in quanto unione del numero Uno - monade con la circonferenza - Nove -.

Nel pitagorismo, si sviluppa l'affascinante teoria dell'antitesi tra numeri perfetti ed imperfetti: i numeri perfetti sono i dispari, somma di più monadi; imperfetti sono i pari, somma di più diadi. Questa meravigliosa antitesi, sviluppata in chiave massonica, ripropone l'eterno conflitto tra forze opposte: Bene-Male, Luce-Tenebre, Bianco-Nero, che dà origine al mondo.

Ma il numerismo pitagorico trova la sua sublimazione nel famoso teorema sul triangolo rettangolo. Il triangolo pitagorico - cateti di 3 e 4 unità, ipotenusa di 5 unità - era già da tempo conosciuto ed utilizzato a fini costruttivi, tanto dagli assiro-babilonesi quanto dagli egizi, ma Pitagora fu il primo ad individuare la relazione esistente fra le dimensioni dei cateti e dell'ipotenusa. I numeri del Triangolo sacro sono densi di significati anche se sommati due a due: 3 + 4 = 7, 3 + 5 = 8, 4 + 5 = 9, numeri che già abbiamo visitato nei loro significati più pregnanti.

Attraverso lo sviluppo del numerismo, la Scuola pitagorica ha elaborato un "corpus" spirituale i cui obiettivi tanto si avvicinano a quelli della Massoneria, sin quasi a coincidere con essi. Infatti, attraverso lo studio profondo e meditato dei numeri, il pitagorismo era finalizzato alla sconfitta dell'ignoranza e del pregiudizio, era proteso alla solidarietà, alla pratica della virtù e dell'amore, al raggiungimento dell'armonia, quella stessa armonia che, perfetta ed immutabile, regola il "cosmos" con le sue leggi supreme. Al riguardo, è interessante notare che i pitagorici si vantavano di essere riusciti a misurare la distanza fra le note musicali ed anche di aver scoperto che i rapporti fra tali distanze riflettono i rapporti fra le distanze dei punti: l'ordine cosmico esprimeva quindi un'armonia comunque riconducibile ai numeri ed alla musica.

Ancora, i pitagorici allora, come i massoni oggi, aprivano i loro lavori a mezzogiorno, la sera si riunivano in agape fraterna e quindi, allo scoccare della mezzanotte, si separavano. I "leit-motivs" del pitagorismo sono quelli della Libera Muratoria, tanto da indurre un insigne massone, Il Fr. Ulisse Bacci nel suo "Libro del massone italiano", a pensare a Pitagora come "ad un luminoso nostro progenitore, come un punto lontano da cui si stacca quel raggio luminoso che disperde le tenebre ed i mali addensati sull'umanità dalla superstizione e dal privilegio e prepara la desiderata e divina età nella quale il trinomio massonico, sinceramente ed integralmente tradotto nel diritto pubblico, darà sicuro, armonico, fraterno compimento al consorzio civile".

Bibliografia

U. Bacci, Il libro del massone italiano.

P. Vinassa de Regny, Dante e il simbolismo pitagorico.

Da Rivista Massonica n. 4 (aprile 1977), Sulla Scienza sacra dei numeri.

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La "Tetraktis" pitagorica

(tratto da "Il Laboratorio" - n. 16, gennaio-febbraio 1995, pag. 23 - Realizzazione Editoriale e stampa:Turri Copisteria, Scandicci(FI)

 

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