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sabato 1 novembre 2008

SIGNIFICATO ESOTERICO DEL DELTA SACRO

A: . G: . D: . G: . A: . D: .U: .

LIBERTA’ - FRATELLANZA - UGUAGLIANZA

Maestro Venerabile e fratelli tutti,

questa sera ho il piacere di esporre a voi le mie ricerche, chiedendovi il fraterno aiuto la dove voi trovaste delle inesattezze, su di un argomento per me molto complesso.

SIGNIFICATO ESOTERICO DEL DELTA SACRO O TRIANGOLO MASSONICO

Il triangolo o delta in quasi tutte le religioni, correnti filosofiche e filantropiche, rappresenta il massimo della perfezione se non la perfezione intesa in senso assoluto.

Ora vorrei spiegare, se le mie possibilità lo permettono, il perché di ciò, e soprattutto riferendomi al nostro triangolo il Delta tanto caro a noi Massoni.

Prima di entrare in argomento vorrei mettere l’accento sul numero uno e sul numero due la cui somma è appunto il tre.

Tre unità unite tra loro danno luogo ad un triangolo. L’uno è l’unità, il punto in assoluto, senza possibilità di poterlo qualificare esso è e non si può dire altro se non ammettere la sua esistenza geometrica. Non si può definire in maniera relativa in quanto è mancante il termine di paragone, ossia un altro punto di riferimento.

Nel due le cose cominciano a cambiare, ricordo che il due è dato dalla somma di due unità (1+1). Dall’unione dei due punti nasce un segmento, il lato del triangolo.

I due punti stando agli estremi opposti del segmento sono tra loro antagonisti e paragonabili. Percui se uno rappresenta il negativo, il secondo sarà il positivo, così il piccolo ed il grande, simbolicamente rapportato alla vita rappresentano la dualità : il bello ed il brutto, l’alto ed il basso, il giusto e l’ingiusto, il corretto e l’errato insomma una unità fa da termine di paragone all’altra in senso opposto.

Questo lo troviamo simboleggiato dal pavimento del tempio fatto a scacchi bianchi e neri. E’ facile capire che tra questa dualità debba esistere un collegamento che unisca appunto i due punti e questo collegamento è il segmento, il lato del triangolo.

Da qui il necessario conflitto per stabilire la giusta posizione di osservazione dei due punti e risolvere il dramma di Amleto “ESSERE O NON ESSERE”.

Ora supponiamo di avere il segmento delimitato dai due punti A e B. Se come osservazione prendiamo un terzo punto C e lo poniamo alla sinistra di A necessariamente affermiamo che A si trova prima di B, ossia l’affermazione viene condizionata dal fatto che A è prima di B. Se poniamo C a destra di B si verificherà esattamente l’opposto, supporremo che B sia prima di A.

Ora C non possiamo neanche collocarlo al centro del segmento per più’ motivi: primo supporremo che A si trovi alla sinistra di C e B alla sua destra poi inoltre non potremmo mai stabilire esattamente il punto centrale inquanto lavorando sullo stesso piano non si riesce a cogliere la separazione netta tra A e B poiché A si completa in B e B in A; infatti l’uno sfuma nell’altro.

Pertanto per una corretta osservazione di A e di B necessariamente dovremo trascendere su un piano superiore e lì collocare C. C che rappresenta il tre la somma del l’uno e del due sintetizzata, trascesa e fusa insieme. Unendo i tre punti ABC otterremo un triangolo, formato dal segmento della dualità AB e dai due lati AC = CB che rappresentano le distanze uguali di C da A e da B.

Da qui la necessità del triangolo isoscele. Pur lasciando variabile la distanza AB della dualità per una giusta interpretazione dovranno rimanere uguali le distanze CA = CB. In un triangolo isoscele si sa che gli angoli alla base sono uguali percui l’inclinazione, rappresentante la forza con cui A tende a C è uguale a quella con cui B tende a C. Pertanto C rappresenta la somma di queste due forze più quella con cui C tende ad A e B.

Ne viene che l’angolo ACB deve essere necessariamente 3 volte per l’angolo CAB o 3 volte per l’angolo CBA dove l’angolo CAB = all’angolo CBA.

Da ciò il triangolo massonico: isoscele con i due angoli alla base di trentasei gradi e l’angolo al vertice di centootto gradi ossia tre per trentasei. Simboleggiante la vittoria sul conflitto umano della dualità .

L’occhio del grande architetto dell’universo che tutto sorveglia ed armonizza indicandoci la strada da seguire per poter anche noi trascendere in esso ed osservare i fenomeni di contrasto su di un piano superiore e distaccato, tanto da armonizzarli, trascenderli e condurli al vertice.

Per la completazione della tavola architettonicamente cominciata.

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