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sabato 1 novembre 2008

A MIO FRATELLO APPENA INIZIATO

[caption id="attachment_90" align="alignnone" width="247" caption="Perchè siamo uomini liberi e di buoni costumi"]Perchè siamo uomini liberi e di buoni costumi[/caption]

Al mio Fratello appena iniziato.

Nei momenti di pausa, mi dico: fai una tavola e cerca di essere breve e semplice.
Questo però, se mi è consentita la battuta è come commissionare un delitto perfetto in un film giallo: fai un lavoro veloce e pulito.

Cercherò di essere breve, ma quanto alla semplicità sorge un problema.
Si può essere semplici fino ad essere elementari sino ad essere primitivi, ma giunti a tale soglia nessun messaggio può essere inviato,poiché nessuno sarebbe in grado di recepirlo.
Non è possibile pretendere che un messaggio elaborato o significativo non indossi una veste sofisticata se non rinunciando al messaggio stesso.

La Massoneria è un mondo complesso, che vive e si confronta con un mondo “ profano” anch’esso complesso e per di più drammatico, dove le soluzioni banali non servono e non risolvono nulla.

Per cui caro fratello iniziato, non ha alcun senso entrare in Massoneria, se ci si aspetta di trovare un ambiente dove vivono i pregiudizi e le banalizzazioni del mondo profano.
Se sei un Massone significa esattamente che hai rinunciato alla soluzione semplice.

Pertanto caro Fratello ti vorrei suggerire di sviluppare una consapevolezza ancora più forte della sofferenza da alleviare e dei problemi che ci sono da risolvere nel mondo. Perché è questo il compito per cui la Massoneria si è costituita: un simbolico esercito “nascosto” di uomini votati al bene.
Non vivere la Massoneria passivamente: non c’è già più tempo.

Caro fratello appena iniziato, non sentirti deluso quando incontrerai dei fratelli che non corrispondono all’immagine che potevi essertene fatta: tieni gli occhi sulla Massoneria, non sui singoli MASSONI, su ciò che essa rappresenta poiché è solo ad essa e alla tua coscienza che dovrai rendere conto.
Prima che venissi iniziato un mio caro fratello mi disse “Ricordati che la Massoneria sei tu”.
Caro Fratello ora sei solo un apprendista: non indugiare, Non attendere l’elevazione ad un grado miracolante.

Tutto ciò che la Massoneria potrà essere o non essere per te, tutto ciò che essa ti potrà concedere o negare, tutto ciò che ti potrà dare in termini di gratificazione o di delusione, sono tutte cose che non dipendono da cosa la Massoneria è o non è, ma dipendono interamente da come tu interpreterai la Massoneria.
La Massoneria è come una bella macchina dentro la quale ti siedi: vedi il volante, i comandi, il motore, intuisci la sua potenza, però non cammina.

Sappi caro fratello che questa macchina non camminerà mai se tu non la metterai in moto e la guiderai. Perciò ricorda che in realtà non esiste alcuna cosa che tu, in quanto apprendista, non possa fare e che invece in quanto maestro tu potresti fare.
Ciò che non sarai pronto a fare da Apprendista, non la farai neppure da Maestro, poiché non sono i gradi che nobilitano l’uomo, ma è l’uomo che con la sua vita i suoi ideali ed il suo esempio nobilita il grado.

Perciò non indugiare: non c’è più tempo, ed ogni minuto che passa, passa invano. Non pensare se il mondo profano o la Massoneria stessa possano meritare o non meritare il tuo lavoro, non pensare se il mondo profano così intessuto di dolori, ma anche di grassa viltà e plateale ignoranza possa meritare o non meritare i nostri sforzi.
La verità è, che se anche una persona è o è diventata più povera, siamo tutti più poveri, perché siamo tutti sulla stessa barca sia economicamente, politicamente, umanamente, socialmente e simbolicamente.

In conclusione, caro fratello ricordati di lavorare sempre per il bene generale, concependo le cose con il più ampio respiro possibile, rinunciando alla soluzione semplice, rinunciando al particolarismo, alle paure, alle viltà.
Tu sei un Massone: pensa progetta e lavora solo per il bene dell’umanità, pur sapendo che forse è perfettamente inutile; lasciandoti spronare e nobilitare e non inibire e demotivare dal comune senso di inutilità e precarietà,perché fra meno di cinque minuti potremo essere tutti uomini morti.


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