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domenica 8 marzo 2009

Berlusconi sul caso Englaro: ''Ecco perché Eluana non doveva morire''

Roma, 8 mar. (Adnkronos) - "Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere delle decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Soprattutto su temi fondamentali come quelli che implicano la vita e la morte, non si possono lasciare vuoti normativi, perchè è in quel vuoto che nasce il problema". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un'intervista pubblicata al quotidiano spagnolo "El Mundo", affronta i temi legati alla bioetica e difende le decisioni prese dall'esecutivo rispetto al caso di Eluana Englaro.
"La magistratura, a differenza del Parlamento, non ha il potere di fare le leggi, ha invece l'onere e l'onore di applicarle. Se c'è un vuoto, il compito di colmarlo con una legge -sottolinea ancora il premier- spetta al Parlamento. Ma poichè questa legge sul 'fine vita' in Italia non c'era, noi abbiamo naturalmente portato in Parlamento la nostra proposta, con la libertà per i nostri parlamentari di votare secondo coscienza. Nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura, non si è messo fine a un accanimento terapeutico. Semplicemente, a una donna malata si volevano togliere acqua e alimenti, e di qui nasceva la necessità e l'urgenza di un provvedimento del governo che poi il Parlamento avrebbe approvato o respinto, e i magistrati applicato".
Quanto all'eventuale peso esercitato dal Vaticano, "le scelte del governo italiano -rivendica Berlusconi- sono assolutamente autonome. E lo sono state anche in questo caso. E' ovvio che in una società libera la Chiesa possa esprimere il proprio punto di vista, come tutti. Mi stupirei se non lo facesse, specie quando sono in gioco alcuni valori che per i cristiani sono essenziali. Piuttosto, noto che i critici del mio governo strumentalizzano le dichiarazioni di esponenti della Chiesa, definendole ingerenze quando appaiono in sintonia con il governo, e invece critiche del tutto legittime quando sembrano divergere".

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